Quante racchette ha distrutto Safin in carriera? Abbiamo la risposta
by PERRI GIORGIO | LETTURE 2449
Quante racchetta ha carbonizzato Marat Safin in carriera? Abbiamo una risposta. Ebbene sì. Protagonista insieme a Yevgeny Kafelnikov e Vasek Pospisil dell’ultimo episodio di Tennis United (il programma settimanale voluto da ATP e WTA per fare compagnia ai fan in un periodo estremamente povero di contenuti) il campione russo ha spiegato con un grosso sorriso come è riuscito a risalire al numero esatto.
«Ho ricevuto una lettera dalla Head: mi hanno detto che sono 1055. Le hanno contate tutte». Safin ha poi colto l’occasione per difendersi. O quanto meno per gettare qualche responsabilità anche sul collega e amico Kafelnikov.
«Non sono di certo stato l'unico a fare cose del genere. Ricordo un suo match di doppio insieme a Daniel Vacek [che proprio insieme al connazionale ha vinto la bellezza di tre Slam, due a Parigi e uno a Flushing Meadows] dove ha completamente la testa per un doppio fallo.
Daniel ha sbagliato la prima e Yevgney si è innervosito, ha sbagliato la seconda e ha completamente distrutto la racchetta» ha spiegato ridendo.
La Russia che avanza... E le vittorie più belle
Kafelnikov, che si è poi buttato nel mare dei ricordi, ha provato ad analizzare lo stato di salute del tennis russo in questo momento.
Con Karen Khachanov, Andrey Rublev soprattutto Daniil Medvedev il futuro sembra abbastanza roseo. «Quando sono entrato in Top 10 per la prima volta in carriera, Marat aveva sei anni in meno di me e voleva raggiungermi.
Abbiamo avuto una rivalità sanissima e ci siamo sempre spinti a migliorare. Adesso di giocatori in Top 20 ne abbiamo addirittura tre. Anche la loro mi sembra una rivalità molto sana. Sono amici, vanno a cena insieme.
E sono anche tre ragazzi splendidi» ha poi aggiunto Safin. Sulle vittorie più belle in carriera, beh, i due non hanno regalato sorprese. «Raggiungere la prima posizione mondiale e vincere Slam» ha detto Kafelnikov.
«Lo Us Open. E la vittoria contro Roger Federer in semifinale prima di quella finale. La prima è stata inaspettata, mentre la seconda è stata la più dura». Photo Credit: Getty Images
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