Australian Open - Fognini non tradisce, Cecchinato e Vanni che beffe



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Australian Open - Fognini non tradisce, Cecchinato e Vanni che beffe
Australian Open - Fognini non tradisce, Cecchinato e Vanni che beffe

Fabio Fognini è ormai una garanzia e anche l'ottimo Jaume Munar non riesce a portare a casa neanche un set ricevendo una lezione sul come giocare i punti che pesano. Il ligure vince all'esordio, mentre va malissimo - per motivi molto differenti - agli altri due azzurri. Luca Vanni accarezza l'impresa prima di farsi riprendere due set da Pablo Carreno Busta, mentre Marco Cecchinato domina i primi due set, serve invano per il match nel quarto, sciupa un match point al tie-break e si fa beffare al quinto da Filip Krajinovic.  

Le tematiche di Fognini all’esordio sono convincenti. L’azzurro risponde all’appello di Jaume Munar e disegna con due tie break il vantaggio. Ai piedi del successo, che si profila sul 7-6(3) 7-6(7) 3-1, approfitta del ritiro dell'avversario e raggiunge al secondo turno Leonardo Mayer. I precedenti dicono 3-2.   

Il primo set, se non altro dal punto di vista numerico, è un unicum. Entrambi vincono più dell’80% dei punti con la prima palla ed entrambi si presentano all’appuntamento tie break con un bottino straordinario in battuta. Non una cosa da tutti i giorni. Munar è il primo a mettere la testa avanti, ma anche il primo ad alzare bandiera bianca. Fognini trova delle falle nelle geometrie dell’avversario nel momento più opportuno e con un parzialotto di 6-1 mette ordine.

Lo spagnolo legge la partita e approfitta di un calo di tensione in casa Fognini a inizio secondo set L’azzurro parte a handicap, lasciando per la prima volta il servizio per strada, ma presenzia sempre con una certa tigna in risposta. Accarezza il break nel sesto game, stampando sotto la rete una semplicissima volée alta, e lo acciuffa nell’ottavo. Munar si salva in un primo momento con un coraggioso serve&volley, ma non riesce a vincere un braccio di ferro quando mette sulla racchetta dell’avversario una terza opportunità di contro break. Fognini rimargina il gap, vola sul 5-4 con un turno di battuta praticamente perfetto e si distrae. Si crogiola ai piedi del tie break, pasticciando un po’ troppo in uscita dal servizio, regalando di fatto il break all’avversario. Con la battuta a disposizione, naturalmente sul 6-5, Munar tentenna. Spezza gli equilibri con un dritto dal centro sul 30-30, ma non trova armi sufficientemente valide per archiviare la pratica e con tre errori di dritto restituisce il favore all’avversario. Fognini gioca un tie break tatticamente perfetto, anche se macchia il taccuino con quattro errori non forzati. Tutti con il dritto. Non approfitta di una chance piuttosto ghiotta sul 6-5 – figlia di una ingenuità nei pressi della rete dell’avversario – e sul 6-6 gioca nel tentativo di non sbagliare. Ma annulla un secondo set point e senza più passaggi a vuoto assesta la spallata decisiva sul 7-7 e ipoteca la vittoria.

Con un vantaggio piuttosto corposo da custodire, Fognini giochicchia e si permette il lusso di risalire dallo 0-40 nel primo turno di battuta della terza frazione e di cancellare complessivamente sei palle break. Sostanzialmente nell’ultimo vero momento di difficoltà nel match. Munar si ferma per un crampo alla coscia sinistra, lascia per strada il servizio in maniera abbastanza superficiale e a un passo da quella che si presenta come una sconfitta, alza bandiera bianca senza rischiare di complicare la situazione.

Diabolico, doloroso, illusorio. È tutto questo il debutto di Marco Cecchinato a Melbourne: l'azzurro vince in rimonta il primo set, domina con un bagel la seconda frazione con Krajinovic in apparente disarmo, si addormenta nel terzo set, e torna padrone nel quarto ma non sfrutta prima un break di vantaggio, poi la possibilità di servire per il match e, infine, un match point al tie-break. Krajinovic ringrazia, non molla e al quinto set è lui a ridere (e vincere). 

Cecchinato non nasconde la stizza. E nemmeno il nervosismo. Tatticamente, nonostante un inizio lento, gestisce però la situazione con una certa autorità. L’azzurro perde, sì, il servizio in maniera molto superficiale nel cuore del set, ma rimargina immediatamente il gap e mette la testa avanti. Sul 5-4, con due quindici da recuperare, riemerge definitivamente e spacchetta le convinzioni dell’avversario. Con due passanti chirurgici dal 40-40.  Con il secondo set, trova definitivamente qualità e quantità. Guadagna campo in risposta, affonda il vincente con il primo colpo dopo il servizio e costruisce il 6-0 con una facilità incredibile. Portando a cinque anche il numero di break. 

Il terzo set è un lungo passaggio a vuoto che si protrae per tutto il set che scivola via con pericolosa rapidità. Ceck perde tre volte la battuta per incassare un duro 6-1 dal quale, però, è lesto a rialzarsi. Il game che apre il quarto set ha un'importanza capitale: Krajinovic manca l'opportunità per iniziare in testa il quarto set e cede alla prima chance, seccato dal recupero fulminante dell'azzurro che strappa il break in avvio. Il palermitano difende il tesoretto iniziale fino al momento più importante quando, avanti 5-4, gioca un pessimo turno di battuta e si fa riprendere sul più bello. Al tie-break Cecchinato insegue sempre, riesce a risalire dal 3-6 al 6-6, cancella un altro set point e si fa a sua volta annullare un match point prima di cedere per 10-8.

È il punto di non ritorno per l'azzurro che in avvio di quinto set perde la battuta e, con essa, il match. Il serbo difende quanto acciuffato in avvio e completa la rocambolesca rimonta fissando sul 6-4 finale il punteggo del quinto set.

La storia di Vanni nel circuito maggiore è ricca di sfaccettature. Dalla storica finale a San Paolo al successo nel “1000” di Madrid contro Tomic, passando per Wimbledon e Melbourne. Proprio sul Campo 7, contro Pablo Carreno Busta, l’azzurro sfiora un’impresa incredibile. Vince i primi due set, non sfrutta l'inerzia nella terza frazione si lascia trascinare al quinto. Perde, ma è quasi un dettaglio di poco conto. La testa di serie numero 23 del tabellone si impone dopo quasi quattro ore con un laborioso 6-7(5) 6-2 3-6 7-5 6-4.

In netta controtendenza con un set povero di scambi – e sostanzialmente anche di chance in risposta – il tie break si rivela ricco di sorprese. Vanni lotta, si sporca e si difende. Non sfrutta un vantaggio di 5-3, figlio di una manciata di piccoli capolavori in risposta, ma bacia il nastro sul 5-5 con un recupero di rovescio e alla prima opportunità utile archivia la pratica.  L’azzurro non si accontenta. Anzi. Modifica la posizione dei piedi in risposta, lascia invariata la percentuale di punti con la prima palla e pone l’avversario in una condizione emotiva molto scomoda. Con un break sulle spalle trova una certa leggerezza anche negli scambi prolungati e nelle fasi finali del set consolida il vantaggio. Il 6-2 spalanca la strada al 2-0.

Carreno adotta una strategia più conservativa, nel tentativo di non dare troppi punti di riferimento all’avversario, spezza gli equilibri nel sesto game e accorcia le distanze. Vanni non si limita a chiedere aiuto al servizio, ma a dare una direzione all’incontro. Ci riesce sul 4-4, risalendo dal 15-40, non con il tie break in bella vista. Lo spagnolo ricuce completamente il gap e nella quinta frazione si fa pericoloso in risposta anche in avvio. Il colpo lo affonda definitivamente nel quinto gioco e il vantaggio lo custodisce. Ma non senza difficoltà.

AUSTRALIAN OPEN, 1° turno italiani:

[12] F. Fognini b. J. Munar 7-6(3) 7-6(7) 3-1 Rit.
[23] P. Carreno Busta b. [Q] L. Vanni 6-7(5) 2-6 6-3 7-5 6-4
F. Krajinovic b. [17] M. Cecchinato 4-6 0-6 6-1 7-6(8) 6-4

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