"Non riesco a descriverla": l'emozione di Carreno dopo il successo a Montreal
by PERRI GIORGIO | LETTURE 2590
La sensazione che potesse ottenere qualcosa di grandioso si poteva percepire dalle prime battute del match contro Matteo Berrettini al primo turno. Pablo Carreno Busta, a trentuno anni, acciuffa il titolo più prestigioso in carriera sul cemento nordamericano alla vigilia di Flushing Meadows, dove peraltro ha già raggiunto la semifinale in due occasioni.
Decisivo il successo finale (e in rimonta) ai danni di Hubert Hurkacz. "Finalmente, ma ancora non ci credo. Non riesco ancora a descrivere quello che sto provando. Ho lavorato duramente durante gli ultimi anni per ottenere un risultato del genere e finalmente ci sono riuscito.
Penso di aver giocato a un livello incredibile nel corso di questa settimana e sono soddisfatto di tutto quello che ho fatto. Devo ringraziare anche tutto il mio team, che oltre ad aiutarmi dal punto di vista tecnico mi ha dato un sostegno incredibile dal punto di vista mentale.
Credono in me più di quanto lo faccia io stesso" Medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020, il tennista spagnolo ha ovviamente messo il trionfo a Montreal in cima alla classifica. "Ho già vinto altri titoli, ma questo ha un sapore speciale.
Penso ovviamente sia il più importante di tutti. Quest'anno non avevo ancora ottento granché, quindi posso dire che questo trofeo è una svolta. Certo, è difficile paragonarlo con le Olimpiadi perché le Olimpiadi sono le Olimpiadi, sono semplicemente sensazioni diverse" Gestire la pressione di una finale di queste dimensioni? No, non è stato un problema.
"So che non è facile giocare una partita del genere, ma non ho sentito alcuna pressione extra. Ad esempio Ferrer è stato il numero uno del mondo e ha vinto solo un torneo in questa categoria, non è facile.
Dovrò cercare di non soffermarmi solamente sui titoli, ma a divertirmi e a godermi tutti i momenti. Dal mio gioco alle piccole cose della vita. Non so quanti anni di carriera mi siano rimasti, quindi devo pensare a divertirmi" ha spiegato.
Punti importanti, anche alla vigilia degli Us Open e in ottica Finals. "Devo continuare così. Sono cresciuto sul cemento quindi per me non è mai stato un problema adattarmi a queste condizioni. Quando mi sono trasferito a Barcellona a 15 anni ho iniziato a giocare sulla terra, ma tennisticamente mi sono formato sul duro"