Lo scandalo scommesse ha sconvolto (ancora una volta) il mondo del tennis. Purtroppo, come già abbiamo potuto constatare in passato, questo fenomeno riguarda molto da vicino anche il nostro sport, in particolar modo il tour Challenger ed ITF.
In questa occasione, a farne le spese è stato il brasiliano Joao Souza, ex numero 69 del mondo. L’accusa? Proprio quella di match-fixing, in relazione ad una serie di partite disputate in Sud America dal nativo di Mogi Das Ruzes tra il 2015 ed il 2019, in ben quattro anni di attività, nell’ambito del circuito minore Challenger e Futures.Oltre alla squalifica a vita, Souza è stata punito anche con una multa particolarmente salata di 200 mila dollari.
Il brasiliano, classe 1988 e sceso oggi oltre la 700° posizione mondiale, è anche stato top 70 nel 2015, anno in cui raggiunse le semifinali dell’ATP 250 di San Paolo (sconfitto dal nostro Luca Vanni in tre set) e i quarti di finale a Rio de Janeiro, sconfitto dall’austriaco Andreas Haider-Maurer.
Nella stessa stagione, decisamente il suo anno migliore, era anche riuscito a spingersi in due semifinali Challenger. In carriera non ha mai conseguito una finale del circuito maggiore, ma ha trionfato proprio in vari eventi Futures e Challenger.
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