ATP Adelaide: Harris-Paul, qualificati alla riscossa. Auckland: Isner per il tris
by RICCARDO BISTI | LETTURE 2010
I tornei che precedono uno Slam sono particolari. Con la testa di molti giocatori rivolta alla settimana successiva, è facile assistere a risultati a sorpresa. Non c'è dunque da stupirsi che l'Adelaide International abbia portato due qualificati in semifinale, peraltro con due ottime vittorie: Lloyd Harris ha superato Pablo Carreno Busta (6-3 6-3), mentre Tommy Paul ha avuto la meglio su Albert Ramos con un risultato quasi identico (6-3 6-4).
Si giocheranno un posto in finale in una semifinale inedita, mentre nella parte bassa ci sarà il match “nobile” tra Felix Auger Aliassime e Andrey Rublev, quello sognato dagli organizzatori, soprattutto dopo i dolorosi forfait di Djokovic e De Minaur.
Il personaggio del giorno è stato indubbiamente Harris, primo sudafricano a entrare tra i top-100 dopo Kevin Anderson. Ottimo talento giovanile, ha avuto bisogno di qualche anno per mettere ordine nel suo gioco e raggiungere i top-100.
Ce l'ha fatta nel 2019 e adesso sembra pronto per un salto di qualità: comunque vada, lunedì prossimo entrerà tra i primi 80. Il ragazzo di Città del Capo aveva fatto buone cose in ATP Cup, ma in South Australia è andato oltre: quella contro Carreno è stata la sua terza vittoria contro un top-30.
In particolare, è stato impeccabile al servizio, lasciando appena sette punti allo spagnolo. E pensare che la sua avventura era partita dalle qualificazioni. Ma lui c'è abituato: “La mia carriera è stata un lungo processo – ha detto – non ho mai avuto particolari privilegi e nel mio Paese non ci sono grandi tornei.
Ho giocato i tornei Futures per due anni e mezzo, poi sono passato ai Challenger, in cui passavo qualche turno qua e là. Per tenere a galla la classifica, mi capitato di tornare a giocare i Futures. Infine sono passato alle qualificazioni degli Slam, ma non vincevo quasi mai.
Se ci penso, due anni fa giocavo ancora i Futures”. Tuttavia, il 22enne sudafricano è convinto che la lunga gavetta gli abbia permesso di diventare ciò che è adesso. “Credo di essermi meritato la posizione attuale”.
Quella contro Paul sarà la sua seconda semifinale ATP dopo quella giocata a Chengdu, lo scorso settembre. Adesso non si sente più un estraneo a certi livelli e ha già fissato il suo obiettivo stagionale: vincere un torneo ATP.
Inoltre gli piacerebbe ritrovare la continuità un po' smarrita l'anno scorso, magari grazie a una ritrovata forza mentale. A differenza di Kevin Anderson, che si è trasferito anni fa negli Stati Uniti, lui risiede ancora a Città del Capo e vanta un legame ben più solido con il suo Paese.
“Ogni volta che torno a casa sento di poter avere una certa influenza sui giovani. Inoltre, la maggiore parte dei migliori junior sudafricani vengono dalla mia zona e spesso li vado a trovare”. Tra qualche settimana, la città ospiterà la mega-esibizione tra Roger Federer e Rafael Nadal, bella occasione per rendere ancora più popolare il tennis.
“Speriamo di poter mettere insieme un gruppetto di top-100 ATP e magari far crescere qualche buona giocatrice”. Intanto proverà a raggiungere la sua prima finale ATP contro un altro giovane in ascesa. Anche Tommy Paul è entrato tra i top-100 nel 2019 e ha già dimostrato di poter essere molto competitivo, non tanto per le tre vittorie Challenger, ma per il gran match giocato a Parigi contro Dominic Thiem.
Adesso punta a un netto salto di qualità sotto la guida di Brad Stine, l'uomo che portò Jim Courier al n.1 ATP. Prosegue la marcia di Andrey Rublev: neoentrato tra i top-20, e recente vincitore a Doha, ha superato in tre set Daniel Evans.
Nell'ultimo match di giornata, Auger-Aliassime ha tenuto a bada l'ultimo australiano in gara, Alex Bolt, con un secco 6-3 6-0. Quello contro Rublev sarà un ottimo test per entrambi, secondo scontro diretto dopo la sfida giocata un anno e mezzo fa a Umago (vinse il russo in tre set).
ATP AUCKLAND La pioggia ha costretto gli organizzatori del torneo neozelandese ad affrettare il programma, costringendo diversi giocatori al doppio turno nella giornata di mercoledì, considerando l'obbligo di terminare sabato.
Il torneo si è allineato alle semifinali e John Isner, reduce da un periodo così così, è ancora in lizza per artigliare il terzo successo all'ASB Classic. Sparando 25 ace, ha superato in due tie-break Kyle Edmund: sotto 5-6 nel secondo set, ha dovuto cancellare tre setpoint che avrebbero allungato il match al terzo.
“Sono felice di come ho giocato nel secondo set, credo di essere migliorato rispetto a ieri – ha detto l'americano – vincere partite come questo mi regala fiducia per il resto della settimana, per l'Australian Open e il resto della stagione”. Tutte le volte che è arrivato in semifinale a Auckland (2010 e 2014) ha finito col vincere il torneo.
Vedremo se il proverbio del “non c'è due senza tre” funzionerà. Per centrare la finale dovrà battere Ugo Humbert: il talentuoso francese ha infilato un risultato a sorpresa battendo Denis Shapovalov con un convincente 7-5 6-4.
“È stata una delle migliori vittorie della mia carriera – dice Humbert – più in generale, sto cercando di restare concentrato su ogni palla e pensare al mio piano di gioco. Sta funzionando”.
C'è la teorica possibilità di una finale tutta francese, poiché nella parte bassa si affronteranno Benoit Paire e Hubert Hurkacz. Il transalpino ha recuperato un set di svantaggio a John Millman, mentre il polacco ha colto un bel successo contro l'eterno Feliciano Lopez, che il giorno prima aveva giocato due maratone.
Il polacco, decisamente in palla in questi giorni, si è imposto 6-4 6-7 6-4. “Si tratta di un ottimo giocatore – ha detto Paire – lo conosco bene, qualche volta abbiamo giocato il doppio e spesso ci alleniamo insieme”.
I due si sono già affrontati lo scorso anno, in finale a Winston Salem. “E mi ha battuto, per questo so quanto possa essere pericoloso”.
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