Atp Auckland - Cattiva giornata per il tennis azzurro: fuori Sinner e Sonego
by LA REDAZIONE | LETTURE 3695
Il tennis italiano ha visto sicuramente giorni migliori: ad Auckland, difatti, perdono al primo turno sia Lorenzo Sonego sia Jannik Sinner, lasciando in Niuova Zelanda Fabio Fognini – prima testa di serie – e Andreas Seppi non ancora scesi in campo.
Non è un bel buongiorno per questo 2020, ma non occorre ovviamente fare tragedie. Dopo il debutto nel nuovo decennio col ko nel challenger di Canberra, Jannik Sinner bagna con una sconfitta anche l’esordio Atp 2020 perdendo in tre set ad Auckland contro Benoit Paire.
È un unico break a decidere il primo set, quello che il giovincello di Sesto Pusteria regala a Paire commettendo due doppi falli sull’1-1; regali che Benoit è abituato a concedere agli avversari, anziché incassarli.
Ceduto 6-4 il primo set, Jannik rimonta in sella e alza la voce. Lo fa aggiudicandosi tutti i primi quattro game del secondo set, cuscinetto sufficiente a garantirsi la vittoria del set e l’allungamento del match al terzo.
Purtroppo per l’azzurro, il set decisivo è una fotocopia nel punteggio e anche nello sviluppo di quanto visto in avvio. Stavolta è addirittura il primo game del set a risultare fatale per Sinner. Il francese, pronti-via, ottiene il break che trasforma in oro perché se lo trascina fino alla fine, fino a timbrare un nuovo 6-4 che chiude i conti qualche minuto prima della seconda ora di gioco.
Non bisogna dare troppo valore ai risultati dei tornei pre-Slam, spesso ingannevoli, ma non c'è dubbio che Lorenzo Sonego si aspettasse di più da questo avvio di 2020, sua prima vera stagione da “big” del tennis italiano.
Numero 51 ATP, quest'anno punta a consolidarsi e magari raggiungere i top-30: parola del suo coach-mentore Gipo Arbino. Per adesso sono arrivate due eliminazioni al primo turno: a Doha aveva lasciato strada a Laslo Djere, mentre ad Auckland si è arreso in due set a Hubert Hurkacz, (quasi) 23enne polacco dal tennis sornione ma molto pericoloso.
Lorenzo si è arreso 7-5 6-3 e il punteggio è giusto, come suggerito dalle statistiche: il polacco ha avuto più palle break di Sonego e ha spesso dato l'impressione di essere “in controllo”.
Lo definiamo “sornione” perché il suo modo di stare in campo ricorda Karol Kucera, ex numero 6 ATP e autore della sua migliore performance proprio in Australia, quando colse una bella semifinale nel 1998.
Chissà che Hurkacz non possa imitarlo: dotato di un ottimo servizio (anche se è vulnerabile sulla seconda palla), tira un rovescio tecnicamente perfetto. Inoltre ha un'ottima lettura del gioco che, unita a una notevole capacità di allungo, gli permette di coprire bene il campo nonostante non sia rapidissimo.
Sonego è il contrario: si muove benissimo, ma è ancora un po' leggero. La sua palla è già più pesante rispetto a qualche anno fa, ma manca ancora qualche chilo di muscoli. Per questo è confortante la scelta di investire su un preparatore atletico che lo segua in giro per i tornei e ne curi la crescita.
In offseason, il torinese ha lavorato duro sul rovescio e la risposta al servizio. Qualcosa si è visto sul primo fondamentale: appena c'è la chance, prova a uscire dalla diagonale spingendo col lungolinea. A volte funziona, a volte no, ma si vede che c'è un progetto.
Contro Hurkacz, semmai, ha impressionato la frequente ricerca della rete. C'è andato spesso, mostrando qualche difficoltà nell'esecuzione delle volèe, però ci sono margini interessanti anche lì.
D'altra parte i riflessi e l'esplosività non gli mancano. Il match si è deciso tra la fine del primo e l'inizio del secondo set: a Sonego era fatale un break al dodicesimo gioco, un po' regalato, con tre errori gratuiti.
Dopo aver rimontato da 0-40 sull'1-0 Hurkacz nel secondo set, ha avuto la grande occasione nel game successivo, in cui ha avuto tre palle break. Le avesse sfruttate, chissà. Invece il polacco si è affidato al servizio e poi ha effettuato lo strappo nel game successivo.
Non c'erano sussulti fino al 5-3, quando Sonego si procurava l'ultima chance, ma la combinazione servizio-dritto-smash del polacco cancellava ogni residua speranza. La stagione è lunga, ci sarà tempo per risollevarsi, anche se quest'anno ci sarà la pressione in più – inedita per Sonego – dei punti da difendere.
Prima della sessione serale, Auckland aveva regalato il passaggio del turno al campione in carica Tennys Sandgren, agile vincitore sulla wild card locale Michael Venus. Sconfitta a sorpresa per Cameron Norrie: reduce dall'esperienza in ATP Cup, si è fatto sorprendere dal terraiolo Thiago Monteiro.
Era iniziato domenica il main draw del torneo di Adelaide, impoverito dai forfait di lusso di Novak Djokovic e Alex De Minaur (quest'ultimo a tabellone già compilato). All'Adelaide International non ci sono italiani, mentre abbiamo vissuto un derby francese vinto Jeremy Chardy su Gilles Simon, forse ancora un po' distratto dall'esperienza come capitano in ATP Cup.
Confermando le buone sensazioni della settimana precedente, è arrivato il successo anche per Daniel Evans su Juan Ignacio Londero: al pari di Sonego, anche l'argentino approccia la sua prima stagione a tempo pieno nel circuito maggiore.
CIRCUITO WTA Adelaide si riscatta con la prova femminile, un WTA Premier con quattro top-10 (tra cui la n.1 del mondo Ashleigh Barty). Per ora, la notizia migliore per il pubblico di casa è arrivata da Ajla Tomljanovic.
La fidanzata di Matteo Berrettini ha onorato la wild card, superando in due set Yulia Putintseva e “regalandosi” un secondo turno contro Simona Halep: sarà un test interessante per una giocatrice che quest'anno vuole effettuare il definitivo salto di qualità.
Stabilita anche la prima avversaria della Barty: sarà Anastasia Pavlyuchenkova, vincitrice in due set su Anett Kontaveit. Da segnalare anche il buon successo di Belinda Bencic, un doppio 6-4 a Daria Kasatkina: le sensazioni del 2019, con la svizzera in salita e la russa in discesa, sembrano confermate.
Le ragazze giocano anche a Hobart: il torneo non ha un grosso appeal, però vanta due ottime giocatrici come Elise Mertens e la rediviva Garbine Muguruza, che vede nel 2020 una grande occasione di rilancio. In un tabellone senza italiane, non è partita bene l'Australia: i padroni di casa hanno tre giocatrici in tabellone, tutte ammesse con una wild card, ed è arrivata l'immediata sconfitta della giovane Astra Sharma (classe 2001), battuta al termine di una dura battaglia da Lauren Davis, di cui si ricorda l'epico match di un paio d'anni fa a Melbourne contro Simona Halep.
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