Next Gen Atp Finals - Sinner da impazzire! Finale con De Minaur



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Next Gen Atp Finals - Sinner da impazzire! Finale con De Minaur

I campioni, nella pressione, ci sguazzano. Più è alta la posta in palio e più sono forti gli stimoli. Jannik Sinner ha tutte le caratteristiche per diventare uno di quelli. Non è solo una questione di testa, non è solo una questione di tennis, non è più nemmeno un mistero.

Il talentino azzurro annota sul taccuino delle vittime nella settimana delle Next Gen Finals anche Miomir Kecmanovic. Uno che ha già fatto quarti in un "1000" e che sul curriculmu ha già una finale nel circuito maggiore. L'altoatesino, nonostante un primo set piuttosto complicato, costruisce il successo in maniera cristallina e trova posto in finale per la prima volta in carriera.

Inutile aggiungere che si tratta del primo azzurro a riuscire nell'impresa, data la giovinezza del torneo, inutile aggiungere che la sfida con Alex de Minaur avrà caratteristiche completamente differenti. Sinner comunque aggiunge un importante tassello al mosaico nell'anno dell'ingreso tra i primi cento e della prima semifinale tra i Big.

A Milano fa praticamente il massimo: esemplificativo persino il 2-4 4-2 4-1 4-2 che costruisce in poco più di novanta minuti. Il tempo è un ingrediente che addolcisce i problemi, un elemento che non offre vie di fuga.

Per Sinner, presumibilmente, anche un espediente. Pare avere le caratteristiche per assimilare i problemi e per risolverli. In tutti i contesti e contro tutti gli avversari: anche a diciotto anni. Il talentino serbo detta infatti i ritmi negli scambi prolungati e tocca tutti gli angoli.

Nella prima frazione cura meglio i dettagli anche con la battuta a disposizione. Sinner smuove, sì, lo zero dalla casella dei game con un turno di battuta perfetto, che manco a dirlo impreziosisce con una splendida soluzione di rovescio in lungolinea, ma non si adatta.

E sostanzialmente fa in tempo solo a rendere il passivo accettabile. L'azzurrino, però, è un prototipo nato per porre rimedio agli errori. Non a caso distrugge il fragile castello dell'avversario (povero di fondamenta) e completa l'opera di conquista senza pietà.

Spezza infatti gli equilibri sul 2-1, con una rispostona di rovescio sul deciding point, ribalta completamente le dinamiche del match con un piano tattico ben preciso. In avvio di terzo - con un break da custodire - recupera da una pericolosissima situazione di 0-40.

E sopperisce poi alle pochissime mancanze di giornata con la testa. Costruisce infatti un piccolo fortino anche nel quarto e sul 3-1 praticamente vede il traguardo. Il serbo, che riesce ad annullare i primi tre match point nel quinto game, non riesce a creare le condizioni per fare qualcosa ai piedi della sconfitta.

In finale, come già detto, c'è de Minaur. Il diavoletto australiano rispetta il copione, abbatte la resistenza di Frances Tiafoe e trova di nuovo posto sull'ultima pagina del libro. Il primo della classe stravince il confronto tecnico-tattico a cavallo tra la prima e la seconda frazione e si concede una pausa piuttosto corposa solo nella terza.

ll numero diciotto del mondo, che con un clamoroso successo a Parigi-Bercy avrebbe addirittura staccato un pass per le vere Finals, rimedia comunque a quattro game da incubo, riordina le idee e con una spallata ai piedi del tie break evita il quinto e confeziona il successo sul 4-2 4-1 0-4 4-2.

Il talentino australiano (campione a Sydney, Atlanta e Zhuhai nel2019 ) proverà a cancellare la sconfitta con Stefanos Tsitsipas. Finisce invece l'esperienza tra i Next Gen per Tiafoe, adottato in qualche modo dal pubblico del Palalido, ormai oltrei limiti d'età.

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