ATP Basilea – Quando gioca Federer, sembra di essere a teatro



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ATP Basilea – Quando gioca Federer, sembra di essere a teatro

Non c'è nulla che avvicini il tennis a una rappresentazione teatrale come le esibizioni di Roger Federer a Basilea. Lo ha vinto nove volte, è il torneo di casa, ci ha fatto da raccattapalle e lo giocherebbe anche gratis, in barba ai contrasti di qualche anno fa tra il suo manager Tony Godsick e il direttore del torneo Roger Brennwald.

In cambio, i suoi concittadini riempiono ogni centimetro della St. Jakobshalle e sono pronti a spellarsi le mani per ogni colpo vincente. Come a teatro, insomma, anche perché la struttura del palazzetto si presta alla similitudine.

Nella caccia al decimo titolo (Basilea sarebbe il secondo torneo in cui Federer andrebbe in doppia cifra di successi: c'è già riuscito ad Halle) è partito alla grande: non accadeva da 13 anni che concedesse così poco nei primi due turni.

Dopo aver lasciato un paio di game a Pter Gojowczyk, ha avuto bisogno di appena 62 minuti per battere 6-0 6-3 Radu Albot. Il simpatico moldavo lo aveva trascinato al terzo set lo scorso marzo, a Miami: consapevole di quanto possa essere pericoloso, lo svizzero ha giocato con particolare attenzione sin dal primo punto.

Attento e concentrato, senza però trascurare lo spettacolo. Nel primo set era fenomenale in risposta, al punto che Albot raccoglieva appena 12 punti, equamente suddivisi (6 e 6) tra servizio e risposta. Danzava sul campo, per nulla infastidito dagli schemi solidi ma ripetitivi del moldavo.

D'altra parte, Albot dice di ispirarsi a David Ferrer e in effetti in qualcosa lo ricorda. Bene, in 17 scontri diretti lo spagnolo ha sempre perso contro Federer, scippandogli la miseria di sei set. Difficilmente Albot potrà fare meglio.

Onorato di condividere il palco – pardon, il campo – con Roger Federer, nel secondo set ha cercato di divertirsi e contribuire allo spettacolo. Quando si è finalmente aggiudicato un game (il nono della partita) ha esultato, manco avesse vinto, concendendosi addirittura un inchino alla gente di Basilea.

Da lì in poi, il match è stato pura accademia. Federer aveva definito il primo turno con Gojowczyk una sorta di “allenamento aperto al pubblico": potrebbe aver pensato lo stesso anche di questa partita.

Detto che il suo calendario non prevede la partecipazione a Parigi Bercy, lo rivedremo in campo venerdì contro chi emergerà da Wawrinka-Tiafoe. Contro il connazionale sarebbe il 27esimo scontro diretto (Federer conduce 23-3), nonché uno spettacolo tutto da gustare per gli appassionati svizzeri.

In precedenza, proprio Wawrinka aveva giocato sul centrale, tenendo a bada un Pablo Cuevas che sui campi indoor fa una gran fatica. È finita 6-3 6-4, non senza alcuni scambi davvero spettacolari tra due dei migliori interpreti del rovescio a una mano.

Federer vanta uno straordinario bilancio di 73 vittorie e 9 sconfitte e Basilea, laddove è imbattuto da ben 22 partite. Per adesso sembra più che mai indirizzato verso il successo, anche perché sta servendo con ottime percentuali, oltre a giocare bene in ogni zona del campo.

Contro Albot ha fatto registrare un ottimo “+11” tra vincenti ed errori gratuiti (32-21) che incoraggia per il resto del torneo. I prossimi match non saranno uno scherzo, ma non c'è dubbio che partirà sempre e comunque favorito.

A Basilea c'è anche David Goffin, bisognoso di punti nella caccia al Masters. Il belga ha giocato benissimo contro un Cilic un po' in disarmo, battuto con un doppio 6-4. A parte una generale sensazione di superiorità, di Goffin hanno colpito gli 11 ace (contro il 4 del croato): dato sorprendente per un giocatore che non brilla certo per potenza.

La corsa per gli ultimi due posti a Londra si sta facendo davvero elettrizzante. C'è anche Fabio Fognini, in campo giovedì contro Filip Krajinovic in un altro match-crocevia: il serbo è uscito bene dal derby con il connazionale Laslo Djere (6-1 6-4 lo score). Il match chiuderà il programma: sarà il secondo dalle 19 dopo Wawrinka-Tiafoe.

Radu Albot