ATP Pechino-Tokyo: l'Italia parte male, subito fuori Cecchinato e Sonego
by RICCARDO BISTI | LETTURE 1433
Marco Cecchinato sperava di vivere un compleanno migliore. La semifinale al Challenger di Szczecin aveva interrotto l'emorragia di sconfitte, dandogli un briciolo di fiducia. Con coraggio, ha scelto di mantenere una programmazione da top-player, recandosi in Asia anziché cercare punti facili nei Challenger.
La scelta non sta pagando, ma qualche segnale è arrivato. Nel giorno in cui ha compiuto 27 anni, si è arreso 6-7 6-3 7-6 a Jeremy Chardy, mostrando un passo in avanti tecnico rispetto al match di due mesi fa con lo stesso avversario, quando perse piuttosto male sulla terra di Kitzbuhel.
In Cina, in condizioni tecniche più adatte al francese, ha giocato una discreta partita ma ha un po' buttato via il successo nel tie-break finale, in cui si era trovato avanti 3-0 (con doppio mini-break) e poi 4-1, salvo perdere gli ultimi sei punti.
A un'occhiata superficiale, sembrerebbe una questione puramente mentale. Non c'è dubbio che la fiducia, la famosa “confidence” di cui i tennisti non possono fare a meno, sia scappata via da mesi. Però aveva avuto un pizzico di fortuna nel primo tie-break, in cui alcuni clamorosi errori di Chardy gli avevano permesso di rimontare da 4-6.
Più che per il tie-break finale, “Ceck” ha qualche rimpianto per l'avvio del secondo set, in cui si è trovato 0-40 nel terzo game, sul servizio di Chardy. Scappata l'occasione, si è fatto brekkare nel game successivo e il match è diventato bagarre.
Con l'arrivo al fotofinish, la mancanza di fiducia ha certamente influito. La buona notizia è che la classifica non ne risentirà più di tanto: il buon gruzzolo di punti conquistato a inizio anno gli garantisce di restare agevolmente tra i top-100 ATP (anche se la prossima settimana gli scadranno i 90 punti intascati a Shanghai: quest'anno dovrà partire dalle qualificazioni).
Per lui sarà importante rimettere insieme i cocci in vista del 2020: dovrà essere l'anno della stabilità dopo le montagne russe delle ultime due stagioni. Di certo, il cambiamento è stato impressionante: l'anno scorso gli andava tutto bene, forte di una fiducia infinita.
Quest'anno, dalla primavera in poi, gli è andato tutto male. Onestamente, ha vinto meno partite di quante ne avrebbe meritate. Con l'eliminazione di Cecchinato, rimane l'attesa per l'esordio dei nostri due migliori giocatori: Fabio Fognini e Matteo Berrettini.
Quest'ultimo è a caccia di punti importanti per arrivare al Masters. Il primo turno contro Andy Murray è affascinante ma più che mai abbordabile, viste le ultime performance dello scozzese. Fognini esordisce contro Kukushkin in vista di un possibile ottavo contro Andrey Rublev, che ha smorzato le ambizioni di Grigor Dimitrov.
Tra gli altri match, si segnala il buon esordio di Alexander Zverev: chissà che l'iniezione di fiducia raccolta in Laver Cup non gli permetta di giocare un buon finale di stagione. Nel frattempo ha lasciato cinque giochi a Frances Tiafoe.
Per la gioia del pubblico di casa, l'unica sorpresa l'ha firmata Zhizhen Zhang: già a un passo dall'impresa contro Seppi a Zhuhai, stavolta l'ha spuntata contro Kyle Edmund e ha fatto gioire i cinesi. ATP TOKYO - In attesa dell'esordio di Novak Djokovic (che nel frattempo ha perso in doppio e poi si è dilettato col sumo), in Giappone è svanita al primo giorno l'unica traccia azzurra: Lorenzo Sonego si è arreso in tre set (3-6 6-3 6-4) a Hyeon Chung.
Per il coreano è la prima vittoria stagionale nel tour ATP (gli unici match vinti erano arrivati negli Slam), ma la sua stagione è stata fortemente condizionata da un infortunio che lo ha bloccato da febbraio a luglio.
Chung è in ripresa, sembra aver riattivato la modalità “muro” che lo aveva portato tra i top-20 ATP. In sintesi, la sconfitta di Sonego ci poteva stare. Spiace per il modo in cui è maturato il break decisivo, con un brutto game di servizio nel settimo game del terzo set.
È stato un match equilibrato, in cui Sonego ha mostrato le sue consuete qualità: buon servizio, grande corsa e spirito agonistico, ma ai punti avrebbe comunque meritato Chung perché si è creato più chance: in fondo, Sonego ha sfruttato l'unica palla break avuta in tutta la partita che gli ha permesso di vincere il primo set.
Perdere non fa mai piacere, ma la sua stagione rimane più che positiva. Con ogni probabilità sarà in tabellone a Shanghai: ad oggi, gli basta un solo forfait per essere ammesso in tabellone. Più di una soddisfazione per i giapponesi: orfani di Kei Nishikori, vittima di un problema fisico, si consolano con la bella storia di Go Soeda, 35 anni, bravo a superare Jan Lennard Struff e vincere un match contro pronostico.
Passa anche Yoshihito Nishioka, la cui adattabilità al cemento è certamente migliore rispetto a Joao Sousa. Al contrario, cade Yuichi Sugita. Il nipponico si è arreso a Marin Cilic, con il quale si era allenato a lungo ai tempi in cui frequentava l'accademia di Bob Brett.
Il croato vince almeno un titolo ATP all'anno dal 2008, ma quest'anno è ancora a secco. Sceso al numero 30, ha meno di due mesi per tenere viva la tradizione. Tokyo potrebbe essere una buona occasione, ma c'è un certo Novak Djokovic sulla sua strada. I due si potrebbero affrontare in semifinale.