Atp Umago - Un infortunio ferma Salvatore Caruso, in finale va Lajovic



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Atp Umago - Un infortunio ferma Salvatore Caruso, in finale va Lajovic
Atp Umago - Un infortunio ferma Salvatore Caruso, in finale va Lajovic

Si conclude nel più amaro dei modi la splendida avventura di Salvatore Caruso nell’ATP 250 di Umago. Il tennista siciliano, proveniente dalle qualificazioni e giustiziere al secondo turno del numero 2 del seeding Borna Coric, è infatti costretto ad alzare bandiera bianca in apertura di secondo set nella sfida di semifinale contro Dusan Lajovic, a causa di un infortunio alla coscia della gamba sinistra occorsogli nel 12mo game del primo set.

Un doppio rimpianto per Salvo, che quel game maledetto avrebbe potuto non giocarlo, se avesse sfruttato l’opportunità di servire per il set sul 5-4 in suo favore. Il tennista siciliano è infatti il primo a graffiare il break, strappando il servizio al serbo nel terzo game, prima di procurasi nel settimo la palla del doppio break di vantaggio.

Lajovic è però bravo ad annullarla e a tenersi in scia nel punteggio, e nel decimo gioco la sua tenacia paga. Salito 15-40, il numero 4 del seeding spreca la prima palla break (spedendo lungo un rovescio lungolinea), ma capitalizza la seconda, pur tra le polemiche dell’azzurro: Lajovic costringe infatti Caruso ad un rovescio lungolinea in allungo, che si deposita nei pressi della riga laterale e non viene chiamato fuori; il serbo colpisce col dritto incrociato e manda la palla in corridoio, dopodichè chiede l’intervento del giudice di sedia, che constata che la palla dell’italiano era uscita e dà il punto al serbo.

Adesso il rendimento di Lajovic è decisamente salito, ma Salvo non molla e nel game immediatamente successivo approda nuovamente a palla break, che il serbo è bravo a salvare con un dritto in contropiede. Al servizio per allungare il parziale, Caruso subisce l’aggressività in risposta del serbo, che si porta 0-30.

Proprio il punto dello 0-30 è fatale al siciliano, che durante un cambio di direzione accusa un problema alla coscia sinistra e richiede l’intervento del fisioterapista. Malgrado il trattamento e la fasciatura, Caruso è visibilmente claudicante: perde il primo set sul 7-5 e si arrende sotto 40-0 nel game d’apertura del secondo.

La straordinaria settimana di Salvo avrebbe meritato questa finale: vincendo oggi, Caruso sarebbe diventato l’ottavo tennista italiano in Top 100, un record assoluto per il tennis nostrano. E sarebbe stata anche la quarta finale di fila a Umago con un italiano in campo, visto che nel 2016 e nel 2018 vinsero Fognini e Cecchinato, mentre nel 2017 Paolo Lorenzi perse in finale con Rublev.

Nella speranza che un simile infortunio non lo condizioni nel prosieguo di stagione, la sensazione è che questo Caruso, a cui la semifinale di Umago ha comunque regalato un balzo di 21 posizioni nel ranking e l’approdo a numero 104 (best ranking), abbia tutte le carte in regola per ritagliarsi un posto tra i primi 100 giocatori al mondo.

All’ultimo atto ci va invece Lajovic, che bissa così la finale di Monte Carlo persa contro Fognini. Tra lui e il primo titolo ATP c’è ora soltanto un altro qualificato, Attila Balazs. L’ungherese, giustiziere ai quarti del nostro Stefano Travaglia, ha estromesso a sorpresa in semifinale il numero 3 del seeding Laslo Djere, grazie ad un 6-2 6-4 che avrebbe potuto assumere contorni ancora più decisi se Balazs avesse sfruttato il primo match point sul 6-2 5-2 in suo favore.

Per l’ungherese si tratta della prima finale in carriera nel circuito maggiore, lui che nell’unico precedente tentativo al penultimo atto di un torneo ATP (Bucarest 2012) aveva racimolato appena 4 giochi contro Fabio Fognini.

L’exploit croato ha inoltre regalato al quasi 31enne un balzo virtuale di ben 66 posizioni in classifica mondiale e il conseguente best ranking: da lunedì Balazs sarà infatti almeno numero 141 del mondo, lui che al massimo era stato 153 e che aveva iniziato il torneo addirittura da 207.

Per Djere prosegue invece la maledizione semifinali: delle sette disputate in carriera, infatti, il serbo ne ha perse sei e ha “vinto” soltanto quella che non ha giocato, sfruttando quest’anno il ritiro di Bedene a Rio, torneo che poi Djere avrebbe vinto battendo in finale Auger-Aliassime.

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