Atp Budapest: Bum Bum Berrettini nei quarti, Sinner KO con Djere



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Atp Budapest: Bum Bum Berrettini nei quarti, Sinner KO con Djere

Oltre a un buon risultato, Matteo Berrettini aveva bisogno di conferme. Dodici mesi fa, al secondo turno del torneo ATP di Budapest, giocava (e perdeva) una dura battaglia contro Aljaz Bedene. Aveva superato le qualificazioni ed era numero 104 ATP.

Rispetto ad allora ha dimezzato la sua classifica (è n.55), ha vinto il suo primo torneo e – diretta conseguenza – ha rovesciato l'esito del match contro lo sloveno. Imponendosi per 7-6 6-2, ha artigliato i quarti di un torneo ATP per la seconda volta nel 2019.

Ci era già arrivato a Sofia, laddove si era spinto in semifinale. Per eguagliare il risultato dovrà battere Pablo Cuevas, che in un match eterno e combattuto ha estromesso il numero 1 del tabellone Marin Cilic.

Dopo aver cancellato un matchpoint nel tie-break del secondo set, l'uruguaiano ha chiuso al sesto a suo favore, quando erano scoccate le tre ore di gioco. Berrettini avrà bisogno di servire alla grande, proprio come gli è riuscito contro Bedene.

Un rendimento impressionante, degno di un Karlovic o un Isner. Una cifra su tutte: Matteo ha raccolto il 100% di punti con la prima palla. Ne ha messe in campo 30, raccogliendo 30 punti! Con questi numeri (accompagnati da 13 ace), ha avuto vita facle nei suoi turni di battuta, nei quali non ha concesso neanche una palla break.

Al contrario, ne ha avute otto e ne ha trasformate due, entrambe nel secondo set. In un clima decisamente ventoso, la chiave del match è stata il primo set. Sia pure a fatica, Bedene si è rifugiato nel tie-break e ha avuto parecchie chance, compresi due setpoint, uno sul 7-6 e uno sull'8-7 (quest'ultimo sul proprio servizio).

Per Berrettini sarebbe stata una beffa, invece sono arrivati tre punti consecutivi che gli hanno dato il set e – di conseguenza – il match. Bedene ha ceduto mentalmente, incapace di vincere più di due punti in un game di risposta (e gli è successo solo una volta), lasciando strada all'azzurro.

In serata è terminata l'avventura di Jannik Sinner. Ammesso come lucky loser, l'altoatesino aveva intascato la prima vittoria nel circuito ATP contro Mate Valkusz, ma non ha potuto granché contro Laslo Djere.

Era un match atteso, non tanto per l'esito finale, ma perché si trattava del suo primo incrocio contro un top-100 ATP (in questo caso, addirittura un top-50). Sinner sarebbe stato in grado di reggere l'urto contro un giocatore molto forte, capace di vincere addirittura un ATP 500 sulla terra battuta? Al di là del 6-3 6-1 finale, un po' troppo severo, la risposta è positiva.

La chiave del punteggio sta nella capacità di Djere di non soffrire le accelerazioni di Sinner, molto più pericolose sui campi veloci che sulla terra battuta. L'azzurro è partito forte, con personalità e idee chiare.

Sa stare in campo e cerca il vincente con i suoi fondamentali-dinamite non appena trova un varco. Nei primi game, la sua strategia così aggressiva ha destabilizzato il serbo: due palle break nel primo game e un'altra nel quinto avrebbero potuto scrivere un storia diversa.

Ma Djere è in gran forma e nutre ambizioni importanti: il suo sogno – dichiarato – è arrivare a giocare, un giorno, le ATP Finals. Una volta abituatosi ai ritmi di Sinner, ha accettato di incassare qualche vincente ma ha trovato varchi nella fase difensiva dell'altoatesino, ancora meno incisiva sulla terra battuta.

Jannik deve affinare la sua capacità di scivolare, ma per quello ci sarà tempo. Il break arrivava al sesto game con un dritto a uscire, poi Djere sigillava il 6-3 con un bel passante. Sinner ha cercato spesso la via della rete, ma il gioco di volo rimane il suo punto debole, così come la capacità di gestire i cambi di ritmo.

Quando Djere utilizzava lo slice (non troppo spesso, a dire il vero), arrivava qualche errore di troppo. Una volta perso il primo set, Sinner si disuniva e il match perdeva ogni incertezza: Djere volava sul 4-0 (anche se Sinner aveva avuto una chance per il controbreak dell'1-1) e poi chiudeva al settimo game, con un bel dritto in avanzamento, sigillando il quarto break della partita.

Pablo Cuevas