Soltanto sette giorni fa, Juan Ignacio Londero non aveva vinto neanche una partita nel circuito maggiore. Ma le cose cambiano in fretta: a rendere ancora più magica la settimana del suo primo titolo ATP, il fatto che si sia imposto a Cordoba, a una cinquantina di chilometri dalla nativa Jesus Maria.
L'ultimo argentino a vincere in casa era stato David Nalbandian (trionfatore a Buenos Aires nel 2008): proprio laddove “Nalba” è stato omaggiato, Londero ha vissuto un sogno. Dopo aver lasciato appena un game a Federico Delbonis in semifinale, ha battuto in rimonta Guido Pella imponendosi col punteggio di 3-6 7-5 6-1.
Una vittoria contro pronostico, e anche contro logica. Pella è più esperto di lui, nonché più completo. Un break al secondo game indirizzava il match: a parte un'immediata chance di controbreak (prontamente annullata), Pella gestiva con autorità la partita e chiudeva agevolmente il primo parziale.
Londero era nervoso, sbagliava troppo e non trovava la giusta chiave per mettere in difficoltà un giocatore contro cui aveva perso tre volte su tre. Inoltre, il suo colpo migliore (il dritto a uscire) finiva sul dritto del 28enne di Bahia Blanca, che da qualche mese lavora con José Acasuso dopo aver chiuso la partnership con Gustavo Marcaccio.
Sembrava tutto apparecchiato per il suo primo titolo ATP dopo tre finali perdute, specie quando prendeva un break di vantaggio anche nel secondo set. A parte il punteggio, le sensazioni erano tutte a suo favore: sembrava che fosse Londero ad andare sovraritmo, a rischiare più del dovuto.
Le cose sono improvvisamente cambiate quando ha finalmente strappato il servizio a Pella (4-4, sigillato da un rovescio in rete). Iniziava a spingere a occhi chiusi, come se avesse abbassato il freno a mano e ingranato le marce più alte.
Pella si è fatto travolgere dal momento e, in preda al panico, ha commesso troppi errori. Si è salvato per un pelo sul 4-5, rimontando da 0-40 e annullando complessivamente quattro setpoint, ma i buoi stavano scappando.
Nel dodicesimo game, il sesto setpoint era quello buono. Un accelerazione di dritto spingeva il match al terzo, ma l'esito sembrava ancora in bilico. In fondo, Pella è un giocatore esperto mentre per Londero era tutto nuovo.
Ma per il “Topo”, come viene affettuosamente soprannominato, era una serata di grazia. Il campo centrale da 4.000 spettatori era pieno e facevano tutti il tifo per lui, con un tifo quasi calcistico. UN SUCCESSO CHE FA STORIA
Londero scappava sul 2-0, Pella effettuava il controbreak ma non ne aveva più.
Difficile capire se fosse un crollo fisico o mentale. Poco importa: Londero si aggiudicava gli ultimi quattro game, abbracciava il suo clan, si inginocchiava sulla terra battuta e si godeva la premiazione sotto gli occhi di Agustin Calleri, cordobese come lui, presidente della federtennis argentina.
Entrato in tabellone con una wild card, partiva sfavorito già al primo turno contro Nicolas Jarry. Ha approfittato della stanchezza post-Davis del cileno e poi ha messo il turbo, battendo Lorenzo Sonego, Pedro Cachin, Federico Delbonis e poi Pella in finale.
Con questo successo entrerà di slancio tra i top-100 ATP, in 69esima posizione, garantendosi l'accesso diretto ai tornei del Grande Slam. Sicuramente Roland Garros e Wimbledon, probabilmente anche Us Open. Londero ha fatto un pizzico di storia: sono pochissimi i casi di giocatori capaci di vincere un torneo ATP senza aver vinto neanche una partita in precedenza.
L'ultimo a riuscirci era stato Steve Darcis ad Amersfoort 2007, mentre Santiago Ventura aveva fatto ancora meglio a Casablanca 2004, quando vinse il torneo alla sua prima apparizione nel circuito. Quattro anni fa, il nostro Luca Vanni andò vicinissimo al successo, ma si bloccò contro Pablo Cuevas a San Paolo.
Ma adesso è il gran giorno del “Topo”: sorprendente, “folle” per usare le sue parole, ma non così imprevisto. “L'anno scorso ho trovato la mia identità di gioco e adesso so quello che devo fare in campo – ha detto – è stato il click della mia carriera”.
D'altra parte aveva vinto un paio di Challenger (Città del Messico e Marburg), aveva giocato un'altra finale... ma pensare di arrivare così in alto sembrava impossibile. Invece l'aria di casa, il tifo di parenti e amici gli ha dato la forza per oltreèassare i propri limiti.
Adesso viene il difficile: confermarsi ad alti livelli. Ripartirà in questi giorni, dal torneo di Buenos Aires. Gli avversari lo guarderanno con occhi diversi e chissà come andrà. In fondo, prima di Cordoba, aveva giocato (e perso) appena tre partite nel circuito maggiore. Comunque vada, potrà raccontare di aver vinto un titolo ATP a due passi da casa. Un privilegio mica male.
ATP CORDOBA – Semifinali |
Juan Ignacio Londero (ARG) b. Federico Delbonis (ARG) 6-1 6-0 |
Guido Pella (ARG) b. Pablo Cuevas (URU) 6-1 3-6 6-3 |
Finale |
Juan Ignacio Londero (ARG) b. Guido Pella (ARG) 3-6 7-5 6-1 |
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