Deve esserci qualcosa nell’aria. O nel blu che decora quasi completamente il rettangolo di gioco. Deve esserci qualcosa che a noi sfugge, ma che ad Andreas Seppi è perfettamente chiaro. Perché in Australia – manco a dirlo – l’azzurro cambia sempre pelle. Dopo il goffo passo falso a Doha, l’altoatesino vola a Sydney e annota sul taccuino delle vittime Chardy, Klizan e Tsitsipas. Ai piedi della finale – la nona in carriera e la prima in assoluto sul cemento outdoor – gioca una partita straordinariamente ordinata anche contro Diego Schwartzman e in poco più di 90 minuti sigilla il quarto successo settimanale con un laborioso 7-6(3) 6-4. Per l’azzurro si tratta anche della prima finale dal 2015 nel circuito maggiore.
Seppi indossa i panni del protagonista e decide di gestire gli scambi da fondocampo, di fare corsa di testa, di scappare sul 5-3, ma allo stesso tempo di chiudere la frazione solo al tie break. Peraltro con un 7-3 che costruisce con un mega-parziale iniziale di 4-0. L’azzurro asseconda una breve fase di studio nel secondo set, ma per una seconda volta nel match non riesce a chiudere. Il colpo decisivo lo affonda comunque nel decimo game, annullando anche una palla game, con un turno di risposta privo di sbavature.
Un altro posto in finale se lo giocheranno De Minaur e Simon. Seppi saprebbe chi scegliere. Anche perché contro il talentino australiano ci ha vinto a Monte-Carlo, nel tabellone cadetto, proprio nel 2018, contro Simon ci ha perso in 7 occasioni. L’ultimo (e unico) successo è datato 2005.
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