Wimbledon, polemica sul poster social. Murray risponde: "Il problema è un altro"

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Wimbledon è già finito al centro della polemica. In vista dell’inizio dei tabelloni principali maschili e femminili, il torneo ha rilasciato una copertina che ha fatto scalpore, soprattutto nel dibattito che si è creato sui social.

Presenti i protagonisti del presente e del passato del tennis, l’iniziale polemica social si è scagliata sull’assenza nel poster di Andy Murray, due volte vincitore all’All England Club. La famiglia del britannico sui social si è detta contraria a questa scelta, mentre l’ex numero uno del mondo è sembrato più disinteressato alla faccenda. “Un disastro, no?”, esordisce sorridendo lo scozzese, come riportato dal The Times.

“Non credo che il problema con il poster sia il fatto che io non ci sia sopra. Non esserci non è assolutamente un problema”, ha proseguito il tennista. Che poi ha spostato l’attenzione su un’altra polemica nata intorno a questo poster. In primo piano il tennis maschile, nelle retrovie del poster le tenniste del presente e del passato: “Sì, quello è leggermente strano”, ha detto Andy Murray.

La questione Alcaraz-Sinner

Tornando sul tema dei protagonisti maschili, Andy Murray si è voluto soffermare anche sul fatto che al centro del poster, in primo piano, ci fossero Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. I due astri nascenti sono posizionati davanti ad altri campioni, che a Wimbledon hanno vinto numerosi trofei: vedi Novak Djokovic e Roger Federer.

“Immagino che i tennisti che sono su quel poster abbiano e abbiano avuto incredibili carriere e incredibili successi a Wimbledon. Alcaraz e Sinner sono giocatori incredibili, ma mi è sembrato strano che fossero davanti a tutti.

In realtà, non è una cosa importante, è solo un poster. Personalmente, non ho do tanta importanza”, ha detto il tennista britannico, chiudendo la questione poster. Il due volte campione di Wimbledon tornerà sui prati inglesi: è lui l'unico giocatore presente nel main draw insieme a Djokovic ad aver vinto il torneo inglese negli ultimi 15 anni. Photo credits: AFP