Andy Murray torna in singolare a Cincinnati: “Non sento alcun dolore”
by GIACOMO CORTOPASSI | LETTURE 4991
L’ex numero uno del mondo Andy Murray tornerà a competere in singolo nel Masters 1000 di Cincinnati, dove ha trionfato nel 2008 e nel 2011. E’ la prima volta da sette mesi, da quando cioè dovette subire l’intervento chirurgico all’anca, che il britannico torna a competere in questa specialità del tennis, dove ha vinto tre Slam, due ori olimpici e un’edizione delle ATP Finals.
Murray ha così commentato il suo stato di forma fisica: “Non ho assolutamente alcun dolore. Non mi aspetto di muovermi come una volta, ma penso comunque di poterlo fare meglio di adesso. Ma ci vorrà del tempo.
Ho ricominciato a giocare in singolare solo un paio di settimane fa. Chiaramente, quando giochi ai massimi livelli contro i giocatori più forti loro colpiscono la palla molto forte e ci vuole del tempo prima di riprenderci l’abitudine.
E c’è ancora qualche miglioramento che deve arrivare dalla mia operazione all’anca”. Un’operazione chirurgica, quella di Andy Murray, che solamente a gennaio scorso sembrava condannare l’ex numero uno del mondo al ritiro dal tennis professionistico, al punto che la sconfitta contro Roberto Bautista Agut agli Australian Open pareva essere anche l’ultima partita dello scozzese.
Invece, negli ultimi mesi Murray è tornato a giocare in doppio ottenendo anche ottimi risultati: primo fra tutti il successo al Queen’s, torneo di casa, in coppia con Feliciano Lopez. Murray ha quindi dichiarato di essersi allenato nelle ultime settimane con i migliori giocatori del singolare e di aver deciso per questo di accettare la wild card offerta dal Western & Southern Open di Cincinnati: “Ad un certo punto devi fare un ulteriore passo e provare a giocare.
Il mio team ha pensato che questo fosse il momento giusto per farlo. Ecco perché ci voglio provare”. Ma lo scozzese non si ferma qui: ha già dichiarato che prenderà parte anche ai tornei di Zhuhai e Pechino, mentre rimane in bilico la sua partecipazione agli Us Open.
Tutto dipende infatti dalla qualità delle prestazioni che Murray riuscirà a mettere in campo: nel caso in cui i progressi siano minori di quelli sperati, il britannico valuterà l’opzione di giocare nel circuito Challenger: “Se le cose non andassero bene e sentissi che ci vorrà più tempo per arrivare a questo livello, questa sarebbe sicuramente un’opzione.
E’ una cosa che farei volentieri. In fin dei conti mi piacerebbe competere a questo livello. Secondo me, il modo più rapido per tenermi al passo è fare pratica e giocare contro i migliori”. Murray è certo ben consapevole delle difficoltà che lo aspettano, ma al tempo stesso non intende arrendersi: “Sarà molto difficile ma, sì, è proprio quello che devi affrontare.
E’ questa la situazione in cui mi trovo ora e ci avrei messo la firma sei mesi fa per esserci adesso. Assolutamente”.
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