Il termine "Evoluzione" nella lingua italiana significa sviluppo graduale e completo. Un processo che richiede anni e anni per giungere al suo compimento e che si realizza step by step perché risulterebbe insensato e perfino follemente presuntuoso, voler bruciare delle tappe e credere di poter ingannare il tempo. Inoltre molto spesso accostiamo il sostantivo "crescita" al nome di giovani tennisti alludendo solo al loro progresso tecnico trascurando, per superficialità o forse per semplice ignoranza, che i dritti ed i rovesci sono gesti realizzati da una persona pensante e non da un automa meccanico. È vero che colpire mille palline al giorno tutti i giorni per dieci anni può condurre al professionismo e portare un atleta a calpestare i campi più nobili del globo terrestre e nella migliore delle ipotesi ad alzare al cielo trofei prestigiosi e perché no, a vincere anche uno Slam!
Però siamo proprio sicuri che una volta riposta per sempre la racchetta nel fodero non rimpiangeranno per il resto della loro vita, quella vera che inizia dopo i trenta, l' adolescenza che non ci fu?
La risposta a questa domanda probabilmente la conoscono solo coloro che sono arrivati a sfidare i grandi nomi del tennis mondiale e la cui vita è ruotata intorno a quella pallina gialla e pelosa. Però a pensarci bene è in tenera età che viene chiesto loro di isolarsi dal mondo esterno e concentrarsi solo su se stessi. Così avrà inizio l' Evolution Tennis Player che nel giro di pochi anni li trasformerà in piccoli professionisti in grado di servire a 180 km/h, di tirare dritti ipnotici da ogni angolo del campo, di rilasciare scontate interviste in inglese e sfoggiare la consueta camminata del tennista con a seguito il suo entourage. Fino a qui apparentemente nulla di strano, ci si limita a mettere in scena quel copione non scritto che dovrebbe portare la promessa di turno al successo, ma è tra i sedici ed i ventitré anni che si rischia di rimanere intrappolati per sempre in questa bolla di sapone rinunciando alle esperienze umane che la vita ti offre. Ma forse è vero, solo chi ha provato il brivido di leggere il proprio nome nelle classifiche WTA e ATP ci può convincere che un anno di scuola in più o una serata a fare l' adolescente non può compromette un' intera carriera ma può far sorridere di fronte ad una sconfitta.
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