Ti è mai capitato di sentire un tennista raccontarti il suo torneo come un’incredibile susseguirsi di eventi sfortunati o come una sorta di congiura collettiva orchestrata dall’intero universo per farlo perdere?! Spesso ci capita di attribuire le colpe o le responsabilità del nostro cattivo gioco ad agenti esterni e scarsamente controllabili (“il mio avversario era battibile ma prendeva solo nastri e righe”, “non stavo giocando male ma poi si è alzato il vento”, “continuavo a sbagliare perché lui esultava sul mio errore”, o ancora “il pubblico mi distraeva..”ecc ).
Nonostante tutte queste situazioni siano indubbiamente fastidiose da gestire e possano rappresentare un elemento di distrazione per ogni giocatore, se ci si concentra eccessivamente su di esse e si attribuisce loro tutta la responsabilità di una partita andata male si rischia di addentrarsi in una modalità di pensiero difficilmente modificabile, definibile come “cultura degli alibi”.
Ciascuno di noi possiede una tendenza “costituzionale” ad attribuire all’interno od all’esterno la responsabilità degli eventi che gli accadono. Tale tendenza in psicologia è definita come locus of control ed è il frutto della combinazione tra una propensione personale ed il tipo di ambiente nel quale si è inseriti (famiglia, scuola, amici ecc) e dal quale veniamo costantemente influenzati.
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